di che si tratta
La storia raccontata in maniera leggera e divertente, ma sempre inseguendola Sibilla su immagini, testi e racconti: tracce che possiamo usare come punti fermi per ricostruire il suo percorso nei secoli.
può seguire aperitivo/merenda/degustazione di prodotti tipici ai quali si fa cenno durante la discussione
Come investigatori del passato, seguendo la pista della storia, scopriremo i molteplici legami che allacciano la profetessa alle vite di chi ha abitato sui Sibillini molto prima di noi.
Una discussione finale, che faremo insieme, per riprendere in mano le fila del passato e guardarlo come una risorsa importante, anche economica, per il nostro presente.
Perché raccontare la storia della Sibilla Appenninica con metodo storico?
Chi conosce qualcosa se ne prende cura, e così la rende migliore, la preserva per chi arriverà dopo di sé. Questo vale per tutto, anche per la storia: conoscerla, conservarla, significa dare identità a un territorio, riconoscersi come comunità e farsi riconoscere da chi arriva da realtà diverse.
La storia delle Marche è legata a doppio filo a quella della Sibilla Appenninica, una figura sfuggente e misteriosa, la cui vicenda è piena di incognite e ha reso possibili molte interpretazioni, più o meno fantasiose. Queste rischiano di confondere la storia con il romanzo e allontanare gli interessati dalla conoscenza dei fatti.
Io ho studiato per anni (leggi chi sono) la Sibilla dell’Appennino e ho trovato che la sua storia si intreccia in molteplici trame nel tessuto culturale delle Marche centrali, rendendola più di una leggenda, un elemento distintivo. Perciò bisogna raccontarla.