e mentre tutti a Firenze si accostano ai Medici e fanno quello che andava di moda, guadagnando così un capitolo nei libri di storia dell’arte, Piero di Cosimo si fa i cavoli suoi e diventa uno dei miei pittorisfigati

I pittorisfigati sono quelli meno conosciuti perché la critica o le mega-mostre non li hanno calcolati più di tanto, sicché restano un po’ in panchina

Durante il 400 c’è stata una grossa riscoperta dei miti e della cultura dell’antichità, e per la maggior parte degli artisti questo ha significato riscoperta dell’equilibrio, proporzione, rappresentazione della realtà più fedele possibile (mimesis) proprio com’era per le sculture antiche

Così si è creata quell’idea di rinascimento che ci piace tanto, così uniforme… e invece no! perché noi sappiamo che la realtà è complessa e perciò interessante 😆

Per altri pittori, insomma, la riscoperta dell’antico ha significato qualcosa come: “che figata! storie di divinità, “de rerum natura”, racconti epici, altri mondi, cavalieri!! uoooooo!!”. Piero di Cosimo fa parte di quest ultimo gruppo 😁

Nei suoi dipinti si trovano la mitologia antica; strascichi di cultura cavalleresca, che ormai stava morendo ma che si vedeva ancora; l’arte dei fiamminghi e la capacità di questi di rappresentare i minimi dettagli e le creature più strambe; l’uso della luce il più reale possibile, come faceva anche Leonardo, ma per illuminare un mondo fantastico, come faceva solo Piero.

L’uso della fantasia, infatti, è la sua caratteristica particolare: la capacità di inventare mostri e mondi antichi o mondi “altri”, e creare scene che sembrano sogni

Ovviamente Vasari lo descrive come uno strano: uno che aveva paura di un sacco di roba, che non voleva gente in casa, mangiava mille uova… .

Perché è ovvio che se sei un diverso sei uno strano, eppure abbiamo visto che i “diversi” erano tanti, eppure Vasari si impegna tanto per dare una visione unica di una realtà complessa e multiforme

Quindi, alla fine, chi è lo “strano”? 🤔