Raffaello è etnico: scandalo?

Eppure vi assicuro che ci sono persone che non lo conoscono e che lo metterebbero tra le cose esotiche, se dovessero venire a raccogliere oggetti della nostra civiltà
però in questi giorni ho molto riflettuto, perché per me è ovvio che in questo blog e soprattutto sui social faccio molte provocazioni, ma forse non è ovvio per tutti, e siccome mi dedicate un po’ del vostro tempo, mi pare giusto spiegare

lo scopo di quello che faccio io non è dire alla gente cosa deve pensare o sapere, ma mostrare che esiste un altro modo di guardare alle cose “d’Arte”, che dalle pitture e dalle sculture si può anche imparare oltre che meravigliarsi (che non è sbagliato eh, ma non è l’unica via)

questo non tanto per le opere o per noi operatori culturali, ma per voi, che molta parte del patrimonio lo pagate e che non sempre ricevete storia dalla cosiddetta “storia dell’arte” .

E la storia serve per ragionare su delle cose e non per avere “curiosità” da raccontare, e non per distrarvi dalle cose serie della vita o per dare dello scemo a chi ragiona basandosi su presupposti diversi, o per alleggerirvi quando non avete voglia di fare scienza .

la storia È una scienza, e chi la sa fare ti dà info per mettere in prospettiva il tuo modo di ragionare, che è una cosa dura e faticosa perché le certezze ci piacciono a tutti, e mettersi in discussione invece è fatica. Il problema è che è quella fatica a dare senso a ciò che fai, a renderlo una scelta

“oh quante storie per due pitture” eh ragà, su questi spazi digitali ci passiamo le ore: o la cosa ha senso, oppure no. Per me una comunicazione di qualità e sostanza ve la meritate e ne avete diritto, perciò mi sbatto e vi faccio provocazioni

è il mio modo di rispettare il pubblico dei musei. poi sta a voi ragionarci e dirmi se sono input sensati, oppure offendervi e darmi della cretina,che è anche probabile