Molto spesso chi studia certe materie dà per scontate alcune cose che invece non sono affatto scontate per qualcun’altro (un esempio è quando faccio qualche battuta stupida da secchiona e non ride nessuno…)
Perciò ho provato a fare questo giochino di riscrivere il cartello davanti a Santa Maria a pié di Chienti, che è uno dei miei luoghi preferiti nelle Marche e forse è troppo poco conosciuto
Il cartello davanti alla chiesa
“X secolo”
significa 900, che è detto “secolo di ferro” per i grandi scontri di potere che seguono la dissoluzione dell’impero di Carlo Magno.
Carlo Magno deve gestire un grosso territorio e, per avere un presidio in ogni lato dell’Impero, utilizza come “base”gli insediamenti benedettini, dando loro solidità e potere. Alla fine del regno dei carolingi, l’ordine benedettino ha un periodo di crisi, e quando c’è un periodo di crisi bisogna riorganizzarsi: la rinascita benedettina prende forza quindi dalla riforma di Cluny (in Borgogna).
Alla riforma di Cluny aderisce anche la grande abbazia benedettina di Farfa (vicino a Rieti) che controlla grosse parti di territorio nel centro Italia.
Santa Maria a Pié di Chienti, a Montecosaro, è stata fondata proprio da questi Benedettini dell’abbazia di Farfa.
“Architettura cluniacense”
Il modello architettonico deriva quindi dall’Abba_zia di Cluny, che nel XI secolo raggiunge grande ricchezza e moltissime visite di pellegrini, perché in questo periodo anche nelle chiese monastiche si inizia a venerare reliquie.
Per accogliere il grande numero di visitatori l’architettura della chiesa viene modificata e viene inventato il sistema del corridoio dietro l’altare (deambulatorio) e delle tante cappelle che su questo corridoio si affacciano (cappelle absidali radiali). Questo sistema poi diventa tipico nelle chiese che sono mèta di pellegrinaggi.
“parte absidale in stile borgognone” Una delle innovazioni è proprio la parte absidale, che è quella parte dietro l’altare che da fuori si vede convessa. Nelle chiese francesi borgognone, che si trovano sulle vie di pellegrinaggio, si trova questa abside particolare con deambulatorio, cioè con una specie di corridoio interno. Questo serve ai pellegrini per passare perché usando le navate laterali e il deambulatorio, possono tranquillamente entrare nella chiesa, arrivare diestro l’altare per pregare nella cripta e nelle varie cappelle e poi uscire; il tutto senza disturbare le celebrazioni liturgiche che si possono tenere indisturbate col solito orario.
Campanile a Vela con campana del 1425 con impresso il più antico stemma comunale”
Il campanile a Vela è quello composto da una muro sottile che tiene soltanto la campana, una campana di modeste dimensioni il cui suono raggiunge la comunità circostante. Diversa è, ad esempio la torre campanaria che potrebbe sostenere una grossa campana, utile quando si deve far sentire il suono in lontananza; torri campanarie si vedono nei piccoli paesi dove i rintocchi delle campane scandivano i ritmi della giornata anche nelle zone abitate poste fuori dalle mura.
“Interno a tre navate con archi scanditi da lesene a stile lombardo”
Internamente la chiesa è divisa da colonne in tre spazi, nel senso della lunghezza (le chiese si facevano così fin dai primi periodi dell’architettura cristiana). Tra una colonna e l’altra si trova un arco. Le colonne sono decorate con forme rettangolari che imitano dei pilastri affondati nel muro. Questo elemento serve per dare sostegno e viene chiamato Lesena, una parola di origine lombarda.
“matroneo”
Loggia interna, come un secondo piano della chiesa; se ti affacci da lì ti trovi nella navata centrale. Inizialmente serviva per far assistere le donne (matrone) alla cerimonia. Poi diventa soltanto elemento decorativo e di sostegno.
“soffitto a capriate”
Le capriate sono la struttura fatta con travi di legno che sostiene il tetto. Hanno forma triangolare, due travi seguono la forma del tetto un’altra trave le collega alla base. Scompaiono verso il X-XI secolo quando si cominciano a perfezionare le teniche di costruzione di volte e cupole. La cupola e le volte si sostengono autonomamente quindi non hanno bisogno di travi e possono essere decorate (come nella Basilica di San Francesco ad Assisi).
“finestelle in alabastro”
L’alabastro, è una pietra traslucida e fibrosa (quindi superficie di colori variegati) si lavora dall’antichità in Oriente, in nord Europa e in Toscana. Si può lavorare bene e, tagliandolo in strati sottili, si ottengono lamine che vengono usate a copertura delle finestre. Nelle chiese romaniche abbiamo finestre molto piccole e in questo modo entra una luce calda e soffusa che contribuisce a creare una sensazione di spiritualità.
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