la sibilla di Michelangelo è noiosa, però l’abbiamo vista talmente tante volte che per noi ormai la sibilla è quella lì
anche nelle carte per le profezie è quella lì .

e invece ne esistono tantissime versioni, ciascuna con in mano un oggetto, con indosso un abito, con colori della pelle diversi…ciascuna con un significato

la sibilla di Michelangelo è una donna seduta e vestita all’antica. Che poi per gli storici dell’arte “vestita all’antica” significa “tutta piena de tessuti messi a caso e un po’ cascanti”

è gagliarda perché evidentemente a Michelangelo interessava poco l’iconografia e molto la muscolatura in 3D. In ogni periodo storico ognuno si fissa su quello che vuole, giustamente

(il problema magari c’è dopo, quando arriva qualcuno che guarda i dipinti, gli piacciono e dice che un artista è un genio, e gli costruisce un olimpo di geni su misura, con lui e qualche altro artista… e così spiega ai posteri cosa deve pensare di determinate immagini)

e comunque, la sibilla scrive. Non hanno sempre scritto le sibille eh, scrivono da dopo Virgilio, prima parlavano solo. Ma giustamente le scritte fanno comodo, sicché a un certo punto le hanno fatte scrivere

e vabè, questo artista che ha rappresentato la sibilla a Jesi, ha usato un’immagine ben presente in quello che io chiamo “database figurativo” del pubblico di oggi, e ha associato all’immagine uno dei mei passi preferiti delle “città invisibili” come dicevo l’altro giorno

ma che c’entra la sibilla con la città che si riempie di ricordi? (io una risposta ce l’ho ma la dico solo a chi mi viene a sentire dal vivo 😁😁)