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Van Gogh, proteste e arte

traduco qui sotto un articolo del Guardian,

l’articolo lo trovate linkato alla fine della pagina (perdonate le maiuscole e i refusi vari ma ho fatto di corsa e questa cosa intende essere un servizio a chi non mastica l’inglese)

La trovata della zuppa di Van Gogh di Just Stop Oil è l’ultima ondata di proteste artistiche radicali da parte delle donneKaty Hessel

“Si può riavere un dipinto, ma non si può riavere una vita come quella della signora Pankhurst, che stanno uccidendo” queste furono le parole di mary richardson che, il 10 marzo 1914 entrò alla national gallery i londra e squarciò, con una mannaia, la venere rockeby di velazquez.

Spaccando il vetro taglio più volte il nudo idealizzto di velazquez in segno di protesta per il nuovo arresto della suffragetta Emmeline pankhurst. Richardson fu in seguito incarcerata per 6 mesi.

winged and finned — themindofastudentconservator: Tate Britain...

il tipo di protesta e le parole di richardson, hanno risuonato questo mese quando Anna holland e phoebe plummer, attiviste del gruppo di protesta Just stop oil, hanno fatto parlare di se in tutto il mondo per aver lanciato una lattina di zuppa sui girasoli di van gogh. Incollandosi al muro della National Gallery di londra, hanno gridato: “cosa vale di più? L’arte o la vita? Questo vale più della giustizia?”

pensate quello che vi pare dell’azione (anche Plummer è d’accordo sul fatto che sia un’azione ridicola). Ultimamente ha perà funzionato per attirare l’attenzione e stimolare la conversazione, continua plummer “così possiamo fare le domande che meritano di essere fatte”. Margaret klein Salamon, direttore esecutivo del Climate Emergency Found, che finanzia just stop oil, conferma “in termini di copertura stampa, la protesta sul van gogh potrebbe essere l’azione più di successo che ho mai visto in 8 anni di movimenti per il clima, ha letteralmente sfondato.

Grabbing attention and sparking conversation … the Just Stop Oil protest this month.
phoebe plummer e Anna holland

Per secoli, l3 attivist3 hanno usato l’arte come forma di protesta e come modo per essere notate. Come spiegava Holland in un intervista con Frieze: “prendiamo ispirazione dai movimenti per i diritti civili, le suffragette, il movimento queer… i nostri metodi di lanciare zuppa su un getro sono gesti meno violenti dei loro, ma li penso come metodi per attirare l’attenzione

interagire con il mondo dell’arte è un modo efficace di mantenere alta l’attenzione e il dibattito e attuare dei cambiamenti. C’è potere in ciascuna delle due cose: hanno la possibilità di alterare lo stato delle cose. Le istituzioni culturali, con il loro ruolo d i guide culturali mondiali, sono i luoghi in cui dibattiti di ogni tipo dovrebbero accadere. Un esempio recente è la campagna di grande successo “pain” di Nan Goldin, che ha portato all’attenzione mondiale la corruzione dietro alla faccenda del farmaco OxyContin, e ha visto centinaia di organizzazioni culturali rinunciare ai loro legami con la famiglia che lo produce.

Allo stesso modo l’arte può riflettere o essere una spinta al cambiamento. Anche se non sembra cosi radicale adesso, iu dipinti di van gogh, e lo stile in cui lui lavorava, sembrarono davvero controversi nel momento in cui furono fatti, e poi finirono per diventare molto influenzi nello sviluppo dell’arte successiva

ma il potere di un lavoro artistico è anche la capacità di vivere attraverso tempi diversi e parlare a diverse generazioni e culture.Anche se il simbolo dei girasoli significava qualcosa di diverso per van gogh nel 1880. oggi possono rappresentare la morte dei raccolti, e come la protesta di JSO ricordarci come “abbiamo visto 33milioni di persone in Pakistan evaquate per inondazioni apocalittiche, 36 milioni di vite rovinate dalle carestie in Africa” . Continua Holland: “eppure tutto quello di cui c’è stato bisogno esono state due giovbani che lanciano zuppa su un dipinto per far parlare di più”. Questo ci fa mettere in discussione, come società: valutiamo la natura dipinta più di quella vera che permette la sopravvivenza del nostro pianeta?

Immagini ,e soprattutto immagini riconoscibili, hanno il potere di parlare alla masse e rendono i messaggi accessibili. Uno dei più afficaci gruppi di artisti attivisti sono le Guerrilla Girls, formatosi nel 1985 dopo che il MoMA incluse in una mostra di pittura e scultura con 169 artisti soltanto 17 donne e soltano 8 arist3 ner3.

Una delle discussioni più famose fu quella in cui parlavano dell’abbondanza di nudi femminili in rapporto alle artiste donne esposte al Met. Mettendo una maschera con volto di gorilla sulla Grande odalisca di Ingres, conclusero che “meno del 5% degli artisti nella sezione di Arte Moderna sono donne, ma l’85% dei nudi sono donne”. Riguardando le statistiche nel 2021 scoprirono che poco era cambiato “meno del 4% degli artisti sono donne, il 76% dei nudi sono donne”.

The power of a popular image … Guerrilla Girls superimposed a gorilla mask on Ingres’s La Grande Odalisque.

Come con l’incidente della zuppa, può essere considerato ridicolo mettere una maschera di gorilla sulla grande odalisca, un nudo idealizzato non molto diverso dalla venere rockeby tagliata da richardson, ma usando un immagine identificabile, o qualcosa che è “di valore e bellezza” entrambe sono state capaci di fissare nella mente del pubblico, e attirare l’attenzione sulle cose che, vome dice Plummer “importano davvero”.

QUI c’è l’articolo in lingua originale: https://www.theguardian.com/artanddesign/2022/oct/24/just-stop-oils-van-gogh-soup-stunt-is-the-latest-streak-of-radical-art-protest-by-women

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