Parlando dell’olio ho detto che le abitudini alimentari riguardano la cultura e non la geografia
e la cultura è un po’ il modo in cui la gente si rapporta col mondo e poi aiuta quelli dopo di sé, i suoi figli e i suoi nipoti, passandogli gli strumenti che sì è costruito
perciò non c’è bisogno di far risalire le tradizioni alimentari al Medioevo, per renderle davvero “tipiche” di un luogo.
è sufficiente tornare indietro di 2 o 3 generazioni e sapere che quelle persone hanno scelto di tramandare ai loro figli e nipoti un certo modo di lavorare la terra, di allevare, di mangiare…
e quando uno decide di tramandare ai propri nipoti, tramanda il meglio di quello che sa fare. È così che nasce il tipico: dall’unione di saper fare e di risorse presenti sul territorio. Non da chissà quali origini antiche.
ma è pure da ottusi dare dello scemo a chi porta avanti una tradizione; perché chi è consapevole di ciò che gli è stato trasmesso dal passato, è consapevole della sua cultura. Che non è mai fatta di “verità”, ma sempre di scelte, e chi conosce le tradizioni sa esattamente dov’è, perché sa che il suo posto nel mondo non è “dato” ma costruito
poi, da lì, può decidere come muoversi.
QUI è dove parlavo dell’olio
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