#ASCOLTALARTE - IMMAGINI IMMAGINI IN MOSTRA Serrapetrona- Il bello della ricostruzione

Lingue di fuoco

Direttamente dal museo/mostra di Serrapetrona, una foto del “San Vincenzo Ferreri”, che in realtà si chiamava Vincent Ferrer, perché era “spagnolo” ( di Valencia) e parlava solo valenciano…

 

Autore Ignoto, San Vincenzo Ferreri, (XVII-XVIII secolo)
Serrapetrona, Chiesa di Santa Maria di Piazza.
Proprietà Parrocchia di San Clemente – Serrapetrona (MC) – Arcidiocesi di Camerino San Severino Marche.
Foto di Alberto Monti, Archivio fotografico-Arcidiocesi Camerino- San Severino Marche.

Nel dipinto di Serrapetrona (XVII-XVIII secolo) Vincenzo è rappresentato con in testa una fiammella. Ovviamente non sta andando a fuoco: la fiammella rappresenta lo Spirito Santo.

Si credeva infatti che lo Spirito Santo scendesse sul predicatore quando parlava alle folle; questo perché i suoi sermoni erano così potenti che tutti riuscivano a capirlo, anche se lui parlava solo valenciano.

Lo Spirito Santo sotto forma di fiammelle c’è pure nelle scene di Pentecoste, se ci si pensa, infatti proprio in quel momento gli apostoli ebbero il dono della glossolalìa, cioè di parlare tutte le lingue senza averle studiate mai.

La predicazione di Vincent riguardava soprattutto la venuta dell’anticristo e l’Apocalisse. In alto alla sua sinistra si affaccia una tromba, che forse rappresenta la tromba dell’Arcangelo Gabriele, messaggero della seconda venuta di Cristo come lo fu della prima.

Vincent indica il cielo suggerendo la dede il Dio: secondo lui era proprio ora di scegliere da che parte stare perché credeva che l’anticristo fosse già nato, e perciò utilizzava tutta la sua grande capacità comunicativa per infondere timore e reverenza in chi lo ascoltava.

Questo funzionava alla grande: durante le sue prediche la gente cadeva in trance, fedeli appassionati lo seguivano a piedi e si autopunivano in preda al coinvolgimento della preghiera e si pensava perfino che Vincent fosse in grado di curare malattie e fare miracoli.

A Serrapetrona, alla mostraIl bello della ricostuzione. L’arte salvata si mostra, il dipintosi può vedere comodamente.  Se invece volete leggere qualcosa in più sulla mostra, QUI c’è la mia recensione.

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