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anacronismi succosissimi

Questa è tavola con la “Battaglia tra Ginesini e Fermani”. La tavola è detta anche “La Fornarina” perché fu una fornaia, all’alba del giorno di Sant’Andrea, ad accorgersi che i mercenari fermani stavano per assaltare la città di San Ginesio.

La battaglia si svolse nel 1377 e fu vinta dai Ginesini. Quello con la barba lunga che appare sopra ai tetti, non è Dio Padre, come qualcuno ha detto, ma Sant’Andrea, che regge il vessillo della città come promessa di vittoria. I Ginesini lo sanno bene perché conoscono la loro storia.
Il monito, comunque, è: per “leggere” l’immagine bisogna guardare per benino tutti i particolari, non vi fidate di chi non lo fa 😉

Guardando per bene, dunque, si vede che il pittore Nicola di Ulisse da Siena dipinge la tavola circa 100 anni dopo la battaglia e commette qualche imprecisione molto succosa per chi vuole imparare qualcosa dai dipinti, che è la ragione per cui i dipinti sono beni culturali 😉

 

in cima alle mura si vede un mucchio di palle da bombarda, solo che le bombarde non furono usate per la battaglia, perché nel 300 la polvere da sparo non era stata ancora messa a punto e non si riusciva a sparare le palle tanto lontano. Ma allora che stanno a fare lì?

Probabilmente Nicola, il pittore, non lo sa, perché quando lui dipinge il quadro le bombarde sono la novità fichissima in tema di armi: polvere da sparo perfezionata, armi più efficaci… insomma, nel 400 quando devi dipingere una battaglia, ci metti le bombarde.

A fine secolo, pochi decenni dopo la realizzazione di questa tavola, le mura urbiche di paesi e città verrano fortificate per resistere ai colpi di queste armi da fuoco.

Però questo non era ancora avvenuto quando Nicola dipinge la scena di battaglia: infatti si vede bene che le mura nel dipinto non hanno feritoie per bombarda (che sono rotonde) ma soltanto feritoie per archi, che sono verticali (immaginate la posizione in cui si tiene l’arco). Quindi, probabilmente, Nicola avrà sentito parlare delle modernissime bombarde, magari le avrà anche viste, perciò le mette nel dipinto, solo che forse non ha mai visto mura adatte a difendersi dai loro colpi.

Oltre che l’evento della battaglia tra Ginesini e Fermani, quindi, il dipinto ci parla di un momento di passaggio nelle arti della guerra e  dell’architettura 🤓.

La Fornarina. Originariamente si trovata nella chiesa di Sant’Agostino a San Ginesio, sull’altare dedicato a Sant’Andrea. Poi è stata conservata nella pinacoteca della città. Dopo il terremoto è custodita in deposito ma ha viaggiato per molte mostre in varie città.

 

1 Commento
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6 Dicembre 2018

1 Commento

  • Anonimo

    Grande Tea, bella lettura!!

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