All’università litigavo con la gente sulla decisione “andarsene o restare”. Io sono sempre stata una sostenitrice del restare, ma non m’è mai sembrata una cosa da sfigati, piuttosto una presa di posizione incazzosa, del tipo: “i miei avi hanno buttato sudore e lacrime su ‘sta terra, non esiste che io me ne vado”, una cosa così.
Però è pure vero che certe zone sono più faticose rispetto ad altre, e certe volte so’ terrorizzata dai vari scenari che mi si possono aprire davanti. Perciò oggi non sono più così estremista, non ce l’ho più con chi se ne va via, lo capisco… non mi fa più l’effetto “che fico!” che mi faceva a 15 anni, ma non mi fa manco più incazzare come a 20.
Però penso che una cosa bisogna farla, prima di decidere se andare o restare: chiedersi il perché.