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dolore, estasi e ambiguità

con la diffusione del Protestantesimo i dipinti diventano noiosi. La Chiesa di Roma si spacca a metà, cioè perde metà dei fedeli, allora si fa un concilio (Concilio di Trento) dove si decide come risolvere la faccenda.


Ovviamente si parla anche di immagini, che sono il mezzo di comunicazione preferito dalla chiesa cattolica, come sappiamo

le immagini devono essere semplici, chiare, non fraintendibili: guardando le opere d’arte, il fedele deve riconoscere i testi sacri che gli hanno spiegato a messa

ok: durano tipo una 50ina d’anni, dopodiché con Urbano VIII (cioè negli anni 20 del 600) si riparte con l’opulenza, le decorazioni, e tutte quelle correnti mistiche che erano molto fascinose per i fedeli

soprattutto perché si avvicina l’illuminismo e c’è un gran bisogno di riportare il misticismo nella religione; di avvicinare il fedele a Dio tramite un’esperienza che vada oltre la vita terrena dell’uomo

le esperienze di estasi dei santi vengono promosse e sempre più rappresentate; la santità viene riproposta come una condizione soprannaturale e le immagini si fanno di conseguenza

ed ecco insomma che il massimo del misticismo, unito al naturalismo di Caravaggio e di tutti quelli che l’avevano seguito, si risolve in dipinti come questi: bellissimi, ma super, super equivoci

Le opere sono #dettagli del “San Sebastiano curato dalla Pia Irene” attribuito a Nicolas Regnier, e “estasi della beata Ludovica Albertoni” di Bernini

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