Ai pittori veneziani la luce è sempre piaciuta, mentre i pittori fiorentini sono quelli che disegnano, perché devono fare i calcoli prospettici, definire le masse dei corpi e gli spazi degli edifici… a Venezia c’è una sensibilità fortissima per il colore
Probabilmente i riflessi creati dall’acqua dei canali sulle pareti interne e esterne degli edifici veneziani hanno avuto il loro impatto
Questo succede per tutto il 500, poi, a fine secolo la Repubblica di Venezia si trova un po’ nei casini: a litigare col papa, con gli austriaci, con i turchi…non si pensa più molto a quello che fanno gli artisti
Poche novità quindi, finché arrivano un po’ di persone nuove, artisti che avevano conosciuto Caravaggio e Rubens e quindi avevano usato la famosa luce in modo diverso
Uno di questi è Domenico Fetti, che fa scene di genere (cioè scene di vita quotidiana) strapiene di significati legati alle parabole… e come si fa a dare significati simbolici?
Con la luce! per forza! per tutto il 600 pare quasi che non si parli d’altro 😆
Qui si rappresenta una parabola dal Vangelo di Luca: questa tizia cerca un soldo perduto (di notte! per forza! quale momento migliore…😂) e quando lo trova si rallegra come quando l’anima di un peccatore torna nella comunità di Dio
A parte il mio amore per le scene di genere, dove si vedono cose quotidiane di cui nessun libro ti descriverà mai le forme; che ve ne pare di tutti i significati che possono esserci dietro a un bel dipinto, che noi siamo abituati a guardare solo perché è bello?
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