Francesco Sassetti è un ricco banchiere fiorentino che a un certo punto fa dipingere una cappella in una chiesa e la paga lui. La Cappella Sassetti è stata dipinta nientepopodimenoche da Domenico Ghirlandaio, uno di quelli famosi di Firenze; uno di quelli che studiamo a scuola e quindi decidiamo che sono meravigliosi.
Siccome Vasari ne parla bene nelle vite, generazioni di critici d’arte hanno continuato a percorrere la retta via dell’adorazione
Vasari ne parla bene perché Ghirlandaio era il pittore ufficiale dei ricchi fiorentini, dei monasteri fiorentini… lo mandano pure a lavorare alla Cappella Sistina! forse sarebbe diventato pure una tartaruga ninja, se solo Vasari se fosse regolato con le lodi a Raffaello, ma vabè 🤷♀️
fatto sta che a Warburg di queste cose non interessa granché, perché, come sappiamo, a lui interessa ragionare sul perché si fanno alcune immagini, su quale sia il valore dei dipinti per chi li paga, quali le esigenze da soddisfare con le immagini🕵️♂️
Sicché la sua attenzione si concentra non solo sul pittore, ma anche sul committente: cerca di capire come mai quell’affresco, con quelle immagini, con quei dettagli, è stato fatto lì in quel dato momento storico
E poi dobbiamo pure dire che in questo caso Warburg ha avuto la grandiosa botta di 🍑 che sempre ricordiamo scherzando quando si va in archivio: ha trovato il testamento di Sassetti
ha quindi potuto ricostruire la storia della cappella Sassetti unendo fonti figurative e testuali e così ha potuto aprire una finestra su un pezzetto di vita del rinascimento fiorentino😍
con buona pace della bellezza, dello stile, dei conoscitori, degli attribuzionisti, e di tutti quelli che lui definiva “superuomini in vacanza pasquale” 🧐
Nessun Commento