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streghe e processi

La caccia alle streghe nel 5-600 cresce sempre di più; le accuse si diffondono a macchia d’olio e alla fine la la situazione diventa un serpente che si morde la coda
si comincia accusando una signora anziana, povera e sola al mondo, e si arriva, tra una confessione estorta e il furor di popolo, a uccidere la moglie di un senatore o addirittura ad accusare un vescovo

e se la povera signora anziana non aveva nessuno a difenderla, il vescovo e la moglie del ricco mercante potevano invece contare su un’intero sistema, che comincia finalmente a farsi domande

la tortura non sembra più essere una prova così efficace e le teorie di Cartesio (dubbio su tutto, rifiuto assoluto del dogma) che vanno di moda a fine secolo, creano l’esigenza di cercare prove più concrete

presto si aggiungono le teorie meccanicistiche (la natura è un mega-ingranaggio e non esistono forze soprannaturali) che portano a uno scetticismo di gran moda tra gli intellettuali

per fermare qualcosa che ha molto a che vedere con realtà locali, dove la gente si conosce di persona, piano piano si trasferisce la gestione dei tribunali all’amministrazione centrale, e si applica alla stregoneria le stesse regole usate in altri processi: o prove solide, o niente

e così quelle classi colte dominanti, che dalla metà del 400 avevano legittimato la persecuzione a tappeto delle streghe, a metà 600 vogliono arginare il problema e cominciano a pensare che le credenze delle classi popolari siano stupide superstizioni

nell’immagine la prova dell’acqua: se l’accusata sopravvive all’immersione è una strega, allora la uccidiamo. se annega, non era una strega. capite da soli l’efficacia del metodo e il perché in questo periodo si comincia a rifletterci 🤔

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