Ambrogio Lorenzetti per un po’ è stato anche lui un pittore sfigato, nel senso che a Siena, la sua città, la gente lo calcolava poco
infatti Ambrogio cercava di dipingere il mondo come appare, e si avvicina al famosissimo naturalismo di Giotto che per noi è il genio assoluto della pittura medievale
e invece, guarda un po’, ai senesi non piaceva. Loro preferivano il gotico elegantone di Simone Martini, l’oro, le forme flessuose, quella roba lì
quindi Ambrogio non riesce ad avere committenze pubbliche a Siena fino al 1336, quando Simone Martini se ne va ad Avignone a fare soldi con i Papi.
Committenze pubbliche è un grande affare per un pittore del 300, che non viveva propriamente di lussi e agiatezze.
La prima che Ambrogio riceve è la famosa Allegoria del buono e cattivo Governo, dove un sacco di simboli e personificazioni spiegano ai governatori di siena come si devono comportare per governare bene
si tratta di uno dei primi paesaggi mai dipinti in maniera così descrittiva. Infatti si vede il famoso maiale da cinta senese, che ancora oggi è una di quelle cose con cui i senesi promuovono il loro territorio (quando si dice che con la cultura non si mangia, eh? 😏) .
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