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Il Cristo della Domenica

questo è un affresco che si trova nella Chiesa di San Martino dei Gualdesi a Castelsantangelo sul Nera (MC) onestamente non so quale sia la sua situazione dopo il maledettissimo terremoto del 2016, ma già il fatto che fosse sopravvissuto al 1500 è interessante…

Infatti, dopo il Concilio di Trento, la Chiesa proibisce immagini che rappresentano “falsi dogmi” e effettivamente il significato di questo affresco non era un dogma, quindi se ne ordina la distruzione. Gli esemplari che restano, sono da attribuire probabilmente a parroci che non hanno voluto distruggere un’immagine davanti alla quale, in fin dei conti, si riponevano preghiere e speranze.

Il Cristo della Domenica rappresenta un’immagine di Gesù che viene “minacciato” dagli strumenti del lavoro, nella stessa formula con cui siamo abituati a vederlo minacciato dagli strumenti della Passione (la corona di spine, la lancia dei soldati…)

Cristo con strumenti della Passione dipinto, ca 1420 - ca 1430
Cristo con strumenti della Passione (XV secolo)

Però questa volta gli strumenti della Passione sono sostituiti da strumenti del lavoro, come mai? perché il lavoro domenicale ferisce Gesù: questo è il messaggio dell’affresco, questo era il messaggio che i parroci volevano diffondere già dal 1200, e che diventa immagine nel tardo 1300-1400.

La domenica era diventata da tempo il giorno consacrato a Dio per i Cristiani (sostituendo il Sabato degli Ebrei) solo che non era facile per i nostri avi, che facevano mestieri profondamente legati alla terra, il lasciare il lavoro per un giorno. I ritmi della natura, la maturazione dei frutti, la lavorazione delle materie prime, non conoscono la pausa domenicale, e i lavoratori facevano fatica e rispettare il giorno di pausa. Perciò i parroci continuavano a lanciare questo messaggio, con parole e immagini.

Guardando attentamente intorno alla figura di Cristo, si vedono molti oggetti che possiamo riconoscere: strumenti di lavorazione della lana, strumenti di coltivazione della terra, di panificazione…

Nell’esempio di Castelsantangelo abbiamo anche una punizione che viene inferta a chi non ha rispettato l’insegnamento del dipinto: i peccatori sono condotti dai diavoli all’inferno, e la scritta dice:

li Diavuli cu li lacci han pigliati quilli che le Domeneche et le Feste commandate non an venerate et santificate et parerà dolcie lo peccato per menarce alle pene tanto amare.”

su questo tema potete consultare il libro di Dominique Rigaux Le Christ du dimanche. Histoire d’une image médiévale, ed. l’Harmattan, 2005

Oppure: Marco Ferrero, Il Cristo della Domenica: un’iconografia tra arte e religione. Un esempio vicentino, in “Progetto restauro. Trimestrale per la tutela dei Beni Culturali”, 42, 2007, pp. 33-37.

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