Le storie che racconto:

gli spettacoli:

“incontrare la sibilla”

Cena raccontata. Il mito della Sibilla “assaggiato da vicino”.
Chi può ospitare questo racconto:
ristorante, impresa, associazione cutlurale o evento in cui c’è disponibilità di cucina o degustazione di prodotti tipici

“La sibilla e il suo popolo”

il mito della sibilla come racconto: il focolare e la vita quotidiana nelle Marche del passato.
Chi può ospitare questo racconto:
chiunque, meglio se ci sono produzioni artigianali tradizionali e locali da far conoscere 

“tutti gli uomini della sibilla”

Guerrin Meschino, De La Salle e tutti gli esploratori del territorio della sibilla.
A chi può essere utile questo racconto:
a guide, associazioni culturali e a chiunque voglia conoscere a fondo il rapporto dei nostri avi con la leggenda della Sibilla

“chi è la sibilla appenninica?”

Un viaggio tra le fonti: immagini, racconti e oracoli, per capire come si crea la leggenda.
A chi può essere utile questo racconto?
A operatori del territorio, associazioni culturali, turisti e imprese ricettive e chiunque voglia una luce storica sul mito della sibilla appenninica 

“I misteri della sibilla appenninica”

la sibilla narrata partendo dalle domande che la circondano: come mai un personaggio pagano nelle chiese? perché l’Inquisizione interviene nella leggenda?… dedicato a chiunque voglia esplorare il mistero di una leggenda antica ma sempre nuova

raccontiamo il museo

Il piccolo museo locale: una finestra aperta su un mondo da scoprire. Per tutte le comunità (associazioni culturali, pro loco, gestori museali, amministrazioni locali) che vogliono riscoprire un nuovo legame col proprio piccolo museo e presentarlo in maniera nuova a visitatori e turisti

I racconti si basano su tecniche di storytelling, e tutti gli spettacoli sono pensati con un tono informale e accattivante, dedicato a un pubblico ampio e a momenti di festa e relax. Possono però essere adattati ad occasioni più formali, qualora se ne  verifichi la necessità

Perché raccontare

Una cultura è fatta da tanti diversi elementi, ma il nocciolo sta nei valori che vengono condivisi e trasmessi, e nei “perché” di queste scelte.

La Regione Marche ha un nome declinato al plurale; un nome che si adatta perfettamente al tessuto culturale vario e complesso che contraddistingue il territorio.

Conoscere questo tessuto culturale, condividerlo e parlarne è il primo passo per capirne il valore ed essere disposti a prendersene cura.

prendersene cura prima di tutto per noi stessi, che su quella terra ci viviamo e più ce ne prendiamo cura, meglio ci stiamo sopra.

poi per chi vorrà visitare questo territorio, perché lo troverà ben custodito e accogliente e non vedrà una terra di conquista o uno spazio anonimo, ma un luogo in cui ogni elemento è testimonianza di vite passate, presenti e future.

in ultimo, prendersi cura del proprio tessuto culturale è utile per sapere come rapportarsi con chi è portatore di valori e abitudini diverse dalle nostre, per sapersi presentare e saper accogliere senza paura.

Io sono marchigiana, laureata nelle Marche in Management dei Beni Culturali (leggi la sezione chi sono) e racconto ciò che nelle Marche  deriva da secoli di vita e attività; attività di persone vissute in questo territorio prima di me e dei miei conterranei: cultura, tradizioni e storie produttive di cui noi marchigiani di oggi siamo testimoni e custodi.