La Fuga in Egitto un episodio molto avventuroso nella vita della Sacra Famiglia… strano che non ci abbiano fatto ancora un film.
Questa qui sotto è la Fuga in Egitto della Pinacoteca Comunale di Sarnano. Si vedono bene Giuseppe, che guida l’asino attraverso i pericoli della strada, e Maria, che ha da poco partorito e siede sull’asino. Il piccolo Gesù è un braccio alla madre e dorme.
Stanno scappando dalla furia di Erode, come sappiamo, ma la posa del bambino e il lenzuolino con cui Maria lo copre amorevolmente sono tristi presagi di ciò che accadrà in futuro…
Il viaggio attraverso il deserto, però, non è un’impresa da niente. Infatti, nel corso dei secoli, fioriscono racconti e leggende sulla lunga trasferta di Gesù e dei suoi genitori terreni. Alcune storie derivano dai Vangeli Apocrifi, altri dalla tradizione popolare.
Lo Pseudo Matteo narra di tre ragazzi e una ragazza che avrebbero accompagnato Giuseppe e Maria nel viaggio. In un momento di riposo, questi giovani vengono spaventai da draghi e strane creature fuoriuscite da una grotta. Così Gesù scende dall’asino, si mette in piedi davanti a quelle creature, e quelle lo adorano immediatamente, riconoscendolo.
Lungo la strada si fanno avanti pure leoni, lupi, leopardi e altre creature feroci, tutte rese miti dalla presenza di Dio e tutte disposte a camminare assieme a pecore e a buoi, senza mangiarne nessuno.
Poi Maria ha fame, e vede una palma molto alta, con dei frutti: “impossibile prenderli” dice Giuseppe, ma Maria è stanca e affamata e quindi Gesù chiede alla palma di piegarsi per farle raccogliere i frutti; e la palma così fa.
Allo stesso modo, quando Giuseppe è preoccupato perché l’acqua nelle borracce sta per terminare, Gesù ordina alla palma di far sgorgare una vena dalle proprie radici, e così accade.
Secondo una tradizione popolare, probabilmente nata nel corso del Medioevo, durante il viaggio Gesù avrebbe giocato con un cardellino, finendo per farsi beccare.
Il sangue versato per quella ferita sarebbe quindi prefigurazione di quello che Cristo verserà sulla croce da adulto.
Certo che, se pensiamo a una coppia di sposi che ha dato alla luce il proprio figlio all’improvviso, in una capanna, certo non c’entrano niente pecore, buoi, compagni di viaggio ecc.
Queste “aggiunte” sono state fatte nel corso del tempo perché i fedeli fantasticavano sulla vita di Gesù e della sua famiglia. Era così forte la necessità di sentirsi vicini a Gesù che si era reso necessario andare a cercare spunti narrativi anche nei Vangeli Apocrifi, che non venivano raccontati nelle chiese.
Questi testi, di cui si conosce poco, si trovano molto spesso rappresentati nei dipinti proprio per questo motivo.
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