#ASCOLTALARTE - IMMAGINI IMMAGINI IN MOSTRA Pinacoteca Comunale di Sarnano

Angelo super-custode

Esistono numerosi dipinti che raffigurano Tobiolo e l’arcangelo Raffaele. Questo perché la figura dell’arcangelo Raffaele è simbolo di protezione per un sacco di cose.

Pittore Marchigiano, Tobiolo e l’angelo (XVII secolo) Sarnano, Pinacoteca Comunale

Nella Bibbia si racconta gran parte della loro storia.

Tobiolo deve fare un lungo cammino perché suo padre, il vecchio e malato Tobia, lo manda a recuperare dei soldi in una città lontana. Durante il viaggio, Tobiolo si imbatte in un signore che sembra saperne di medicine e sembra essere abbastanza scaltro da poterlo aiutare nel percorso, perciò si unisce a lui.

Vicino al fiume Tigri, Tobiolo viene attaccato da un grosso pesce, e il tizio incontrato per strada gli dice di ucciderlo, perché i suoi organi sarebbero stati utili. Come indicato dal suo compagno, infatti Tobiolo guarirà suo padre col fiele del pesce, e l’indemoniata Sara con cuore e fegato dell’animale ucciso. Sara se la sposa anche 🙂 

Il misterioso accompagnatore di Tobiolo altri non è se non l’arcangelo Raffaele, mandato da Dio a premiare la fedeltà di Tobiolo e di suo padre. Per questa storia Raffaele diventa protettore di un sacco di cose:

sicuramente all’inizio è protettore dei giovani viaggiatori; esistono infatti dei dipinti commissionati da giovani fiorentini che si mettevano in viaggio d’affari raccomandandosi a Raffaele. Quando questi viaggi di affari finiscono, Raffaele diventa protettore dei pastori, anche loro grandi viaggiatori.

Giovanni di Piamonte, dettaglio di L’arcangelo Raffaele e Tobia (1467) San Giovanni Valdarno, Museo di SAnta Maria delle Grazie. Nel cartiglio “Raphael medicinalis mecum sis perpetualis et sicut fuisti / cum thobia sempre mecum sis in via. [foto da Wikipedia, utente Sailko]
Per aver insegnato a Tobiolo come curare la cecità del padre, poi, Raffaele diventa protettore contro diverse malattie, prime tra tutti quelle che riguardano gli occhi.

Con cuore e fegato del pesce, Tobiolo libera la giovane Sara, che aveva visto morire 7 mariti, uccisi dal demone che la possedeva. Raffaele, che aveva suggerito il rimedio, diventa anche patrono di farmacisti e medici, nonché dei fidanzati (perché alla fine fu lui a combinare tra Tobiolo e Sara).

Andrea del Verrocchio, Tobiolo e l’angelo (1470-75), Londra, National Gallery: si vede il cagnolino in basso a sinistra, il pesce in mano a Tobiolo e l’unguento in mano all’angelo

Attributi tradizionali della scena di Tobiolo e l’angelo sono proprio il pesce, un vaso di unguenti, il cagnolino (fedeltà) che segue i due nel viaggio.

Quando questi attributi mancano, significa che il significato è diverso. Dalla fine del 500, infatti, si fa strada sempre di più l’idea dell’angelo custode, un angelo che segue ciascun fedele nel suo percorso di vita. Raffaele, che era stato così vicino a Tobiolo nel suo viaggio, è l’angelo adatto per essere associato a questo concetto, e quindi nel 600 si trovano dipinti come quello di Sarnano, dove i due personaggi, pur riconoscibili, perdono gli oggetti che caratterizzano la loro storia biblica.

Questa cosa si vede nel dipinto con Tobiolo e l’angelo conservato a Sarnano. Lo potrete controllare, da Pasqua, nella Pinacoteca Comunale, che sarà riaperta dopo lo stop del terremoto 🙂

Il dipinto nell’allestimento attuale della Pinacoteca Comunale a Sarnano [foto di Luca Tambella]
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