In alcuni casi l’interesse per un tema è suscitato da una “reazione emotiva”, e questa può nascere anche da un’informazione inventata ad hoc per catturare il pubblico. quindi un’informazione, (diamo un nome alle cose!) falsa
Emozioni dal passato
![](https://teafonzi.it/wp-content/uploads/2020/12/25.png)
Le sibille sono profetesse del politeismo greco, sono assimilate dal Cristianesimo e finiscono affrescate sui muri di chiese e palazzi nobiliari dal 400 in poi.
Poi c’è un’altra sibilla, la Sibilla dell’Appennino, che deriva da questa tradizione e prende una strada tutta sua.
Questa strada l’hanno segnata gli abitanti dei Sibillini, che nel corso dei secoli hanno tessuto racconti intrecciando la propria storia con quella della magica profetessa, dandole lunga vita e, allo stesso tempo, lasciando tracce del loro stesso vissuto, che fa parte della nostra storia.
Non ci sono misteri nascosti ma tracce di vita quotidiana coperte dalla polvere del tempo, è inseguendo quelle tracce, recuperando i diversi momenti della storia della Sibilla dell’Appennino, che si svela la storia del territorio.
Lo storico che studia la Sibilla dei Sibillini lavora per rimuovere la “polvere del tempo” e recuperare le fila della trama della storia.
sempre tutti a dire che con la cultura non si mangia
eppure le stesse persone che dipingevano cappelle, scrivevano libri e componevano musiche, mangiavano, andavano a fare la spesa ecc.
Nella letteratura medievale la donna che conquista l’uomo a tutti i costi e arriva anche a rapirlo è una fata. Non una strega (parola che preferiamo usare oggi e che tante femministe hanno rivendicato) ma una fata. E poi?
coincidenze fatate! la magia esiste raga 🧙🧚 . se la Sibilla dell’Appennino a un certo punto viene raccontata come una fata, come faccio a capire il perché? 🤓 .
L’Appennino umbro-marchigiano non è l’unica zona in cui sono presenti racconti su una sibilla. Le sibille, fin dall’antichità, sono figure indefinite e quindi si prestano ad essere interpretate e assimilate dalle più varie culture, quindi ciascuno le ha narrate a suo modo.
Sui Sibillini, però, la presenza della profetessa è talmente importante da dare il nome a una parte di territorio, a un monte, e a numerose zone su cui insistono i racconti che la riguardano. La Sibilla dell’Appennino, poi, ha delle particolarità che sono solo sue e derivano dall’intreccio tra la sua storia e quella del territorio, un intreccio che dà senso e valore ad entrambe solo se vengono ricordate insieme. Ma non sempre questo accade, purtroppo.