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SIBILLA DELL’APPENNINO

Le sibille sono profetesse del politeismo greco, sono assimilate dal Cristianesimo e finiscono affrescate sui muri di chiese e palazzi nobiliari dal 400 in poi.

Poi c’è un’altra sibilla, la Sibilla dell’Appennino, che deriva da questa tradizione e prende una strada tutta sua.

Questa strada l’hanno segnata gli abitanti dei Sibillini, che nel corso dei secoli hanno tessuto racconti intrecciando la propria storia con quella della magica profetessa, dandole lunga vita e, allo stesso tempo, lasciando tracce del loro stesso vissuto, che fa parte della nostra storia.

Non ci sono misteri nascosti ma tracce di vita quotidiana coperte dalla polvere del tempo, è inseguendo quelle tracce, recuperando i diversi momenti della storia della Sibilla dell’Appennino, che si svela la storia del territorio.

Lo storico che studia la Sibilla dei Sibillini lavora per rimuovere la “polvere del tempo” e recuperare le fila della trama della storia.

SIBILLA DELL'APPENNINO

Feste sibilline e senso delle tradizioni

Come è fisso l’ordito in un telaio, così sono fissi il tempo e le condizioni che un territorio detta a chi ci vive. In un dato posto e in un preciso momento una comunità puà avere bisogno di definirsi, o di farsi coraggio, di spiegare a sé stessa qualcosa, di festeggiare, o di mostrarsi ad altre comunità. Le feste e le tradizioni servono a questo, a ricordarci chi siamo.

​Nel telaio, però, la trama non è “fissa”, la decorazione è da decidere, così come le reazioni che la collettività può avere ad un evento su cui non ha potere, così come la trama delle storie che si tramandano di generazione in generazione.

Sui Sibillini è tessuta la trama di una storia, quella della Sibilla dell’Appennino, che cambia sempre forma e “decorazione”.

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SIBILLA DELL'APPENNINO

Angeruta: sibille, donne, strolleche

foto dello spettacolo di pretare

Nel 2009 ho cominciato ad addentrarmi nella storia delle sibille; stavo studiando le dodici sibille dipinte da Nicola Amatore, che in quel momento erano conservate nel Palazzo dei Governatori.

Vado a Visso, passeggio per la strada, chiedo ai passanti se conoscono le dodici sibille e incontro un signore molto gentile (Valerio Franconi, che ringrazio ancora di tante preziose informazioni) che mi parla della storia della “strolleca” (astrologa, usato per “veggente”) Angeruta.

Una delle sibille di Visso (la Samia) che ho fotografato il giorno della mia prima visita

Col tempo, continuando a studiare i dipinti, mi accorgo che le dodici tele c’entrano molto poco con Angeruta e molto poco anche con la Sibilla dell’Appennino, ma la storia di Angeruta è molto interessante e la sua trama è tessuta sul territorio più di quanto si avverte la prima volta che ci viene raccontata.

Decido di approfondirla un po’ ed ecco quello che trovo:

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SIBILLA DELL'APPENNINO

Sibilla dell’Appennino: una risorsa dimenticata?

copertina rivista 2015

Con questo contributo si intende fornire uno strumento utile al residente, al decision maker, o al semplice turista, che voglia distinguere tra i numerosi testi, disponibili online e a stampa, i lavori scientifici da quelli non scientifici.

Si chiariscono innanzitutto le caratteristiche proprie del “mito” e successivamente l’origine delle diverse letture più o meno fuorvianti che ne sono state date.

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