Questa Crocifissione è dipinta su uno stendardo processionale. Significa che doveva essere portato in processione e quindi bisognava che tutte e due le facce della tavola fossero dipinti. Così tutti i fedeli in processione potevano guardare un’immagine.
Del lato con l’Annunciazione ho già parlato. Qui parliamo delle mani di Maria e Giovanni, invece…
Come sappiamo, le immagini parlano, ma non col suono ovviamente. In questo dipinto, ad esempio, parlano le mani e i gesti dei personaggi.
Maria si tocca il capo con una mano e questo significa che è triste: un gesto che anche noi facciamo oggi. Con l’altra mano indica suo Figlio crocifisso, perché la sua sofferenza è dovuta al grande dolore di aver perso un figlio. Il fedele che guarda questa cena ricorda bene che la morte di Cristo è accaduta per la sua salvezza.
San Giovanni Evangelista si stringe le mani, le mani e inclina il volto preoccupato come per fare una preghiera nervosa e disperata.
L’ultimo dettaglio sono i piedi di Cristo; più precisamente la base della croce, sotto alla quale si vede un teschio. Il monte su cui viene crocifisso Cristo è il Gòlgota, che in aramaico significa “teschio, cranio”. Noi lo chiamiamo Calvario, che significa in latino “luogo del cranio”.
Ok, ma di chi è questo cranio?
Secondo la tradizione il Gòlgota è il luogo di sepoltura di Adamo, e il teschio rappresentato sotto alla croce sta a ricordare proprio la morte di Adamo, il primo uomo col peccato originale.
La morte di Cristo avviene per sanare l’umanità da quel peccato che è iniziato con Adamo ed Eva, e quindi, simbolicamente, il cranio di Adamo viene dipinto alla base della croce su cui Cristo versa il suo sangue.
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